Un edificio abbastanza noto alla scala regionale viene indagato con scrupolo da Giusy Santilli e Silvio Cafarelli. Il lavoro esemplifica bene il percorso filologico che deve compiere lo studioso architetto per capire a fondo la stratificazione sottesa alla formazione di un edificio.Il palazzo dei Cantelmo è infatti solo apparentemente unitario, ma in realtà si rivela, alla luce del rilievo e della comparazione di dati diversi, nato dalla rifusione di cellule abitative diverse cui solo nel XV-XVI secolo si diede forma e dignità di palazzo. Ma non va dimenticato il resto della storia dell’edificio, che continua nella sua conquista di un ruolo urbano, attestata dalla facciata su piazza della Libertà completata solo negli anni Trenta del XIX secolo nel quadro di una dignitosa risposta edilizia al tentativo di rinnovamento che tutta Popoli stava vivendo.
Capire la complessità del palazzo Ducale è il primo passo per studiarne la possibilità di restauro. L’edificio è uno dei principali della provincia di Pescara e fondamentale per capire l’evoluzione del feudo dei Cantelmo in Abruzzo. Inoltre può costituire un volano per la ripresa ricettiva e turistica, e quindi economica, di Popoli, naturalmente coinvolgendo più soggetti privati e integrando funzioni diverse. Restano comunque due obiettivi: assicurare la leggibilità del lungo processo di integrazione che ha portato alla costituzione del palazzo, ma non cancellare la ricca stratigrafia, particolarmente leggibile nella corte di rappresentanza, che come in un romanzo architettonico svolge un racconto a più voci. Di qui le scelte che si propongono agli amministratori, insieme ad alcune previsioni progettuali coraggiose, come la ricostruzione di alcune cellule edilizie di contorno con architettura moderna che si inserisca in continuità con il contesto.
dalla premessa di Claudio Varagnoli
Inaugurazione della mostra
IL RESTAURO DEL PALAZZO DUCALE DI POPOLI
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